A Milano con Robert Capa

Scuola Media G. Segantini di Asso
Visita d’istruzione 3° A – 3° B – 3° C
A.S. 2014-2015

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Robert Capa

Dopo il successo di Roma, Firenze e Genova arriva allo Spazio Oberdan di Milano la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, che racconta gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. In collaborazione tra la Città metropolitana di Milano la Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, con il patrocinio del Comune di Milano, la mostra, dal titolo ROBERT CAPA IN ITALIA presenta 78 immagini in bianco e nero scattate nel biennio 1943 – 44.

L’esposizione, curata da Beatrix Lengyel e promossa dal Ministero delle Risorse Umane d’Ungheria e dal Consolato Generale di Ungheria di Milano, ci racconta lo sbarco degli Alleati in Italia attraverso gli occhi di colui che è considerato il padre del fotogiornalismo, che ha saputo guardare da vicino gli eventi, affiancandosi al dolore: “se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino” diceva Robert Capa. Le 78 fotografie esposte mostrano una guerra fatta di gente comune, di piccoli paesi ridotti in macerie, di soldati e di civili vittime di una stessa strage, tutto trattato da Capa con la stessa solidarietà che gli permette di fermare la paura, l’attesa, l’attimo prima dello sparo, il riposo, la speranza.

Un viaggio fotografico che dallo sbarco in Sicilia nel 1943 si spinge fino ad Anzio, per arrivare al 1944 e rivelare le tante facce della guerra, abbandonando la retorica per spingersi dentro il cuore del conflitto. Come spiega John Steinbeck “Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perchè è soprattutto un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino”.

Nato a Budapest nel 1913, Capa, da molti considerato il miglior fotografo e reporter di guerra di sempre, con il suo lavoro ha reso testimonianza di cinque diversi conflitti bellici: La guerra civile spagnola (1936-1939), la Seconda guerra sino-giapponese (1938), la Seconda guerra mondiale (1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la Prima guerra d’Indocina (1954). Un uomo dunque che dalla guerra non poteva stare lontano, che arrivò a considerarla primario momento creativo,e questo, paradossalmente, nonostante la odiasse con tutto se stesso, sia ideologicamente, sia perché la donna che più amò nella vita, Gerda Taro, anch’essa fotografa in prima linea, morì schiacciata da un carro armato. Dopo il suo servizio nella guerra arabo-israeliana del 1948 Capa aveva deciso di non partire più per il fronte., ma nel 1954 fu inviato in Indocina in sostituzione di un collega di «Life» e qui trovò la morte saltando su una mina.

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