Il sud-ovest indiano in 10 domande. Intervista a Aldo Lo Curto, medico volontario itinerante.

1) Cosa vuol dire partire da Milano e raggiungere il sud-ovest indiano?

Vuol dire prepararsi ad un clima afoso e caldo umido (38 gradi), con popolazione molto diversa sia come abbigliamento, sia come tratti somatici, sia come lingua…

2) L’India. Un paese continente, un immenso mosaico di popoli, razze, caste, religioni, culture…  E’ veramente una terra dalle mille forme e dai mille colori?

Si, ci sono oltre 70 lingue diverse, varie religioni, vari tipi di paesaggio, è un paese-continente con un miliardo di abitanti…

3) Hai la tua base nel villaggio di Karungal. Qual è il ritmo di vita dei suoi abitanti?

La zona dove opero è piena di pescatori, pescano sia di giorno sia di notte, sia sulle barche (wallam) sia dalla spiaggia, con reti di varie forme e dimensioni. Le mogli in genere badano ai figli, cucinano o vendono poi il pesce.

4)  Quali sono le difficoltà quotidiane a cui  devono far fronte le popolazioni del Kerala?

Le difficoltà sono sorte dopo lo tsunami del 2004… quasi tutti i pescatori persero i loro wallam, distrutti da un’onda colossale di 20 metri di altezza… molti di loro ancor oggi sono senza wallam e devono pescare dalla spiaggia per sopravvivere…

5)  Sei all’incrocio di tre mari. Il clima risente di questa condizione?

No, l’ inontro dei 3 mari di per sè è’ qualcosa che si nota sulla cartina, ma in realtà il colore è uniforme, è un’ unica distesa oceanica… il clima  è tropicale e il paesaggio con migliaia e migliaia di palme da cocco ,della cui acqua ci si disseta, poi banani, alberi di mango, di papaya e piante di ananas…

6)  Hai assistito a qualcosa di particolare in riferimento a qualche aspetto della loro vita?

Molte le particolarità: al nord, per esempio, le vacche sono considerate divinità… ucciderne una è come uccidere un essere umano… poi, altro aspetto: l’80 % degli indiani sono vegetariani… poi una curiosità: mentre andate in giro con l’auto da un villaggio all’altro può capitare di vedere un elefante che segue il suo padrone: in passato erano usati per aiutare nelle falegnamerie al trasporto dei tronchi d’albero, data la forza della loro proboscide… oggi, dato l’uso dei trattori, vengono fatti esibire, tutti decorati,nelle feste religiose… una delle divinità indiane si chiama Ganesh ed è raffigurato con la testa di un elefante…

7)  Come si confrontano gli abitanti del sud-ovest indiano con lo straniero? Sono popolazioni curiose, aperte e ospitali?

In India si saluta senza darsi la mano ma semplicemente unendo le proprie mani, come in preghiera, e dicendo NAMASTE, che è un augurio di pace; poi, quando si entra in casa si devono lasciar fuori le scarpe… gli Indiani sono molto amichevoli e ospitali, offrono sempre qualcosa: il the, della frutta, acqua di cocco. Non si deve mai rifiutare, altrimenti si offendono, basta assaggiare  e questo è accettato…

8)  Gli abitanti dei villaggi del sud-ovest indiano sono autosufficienti dal punto di vista dei beni di consumo?

Se gli indiani restano nelle loro campagne, la terra è fertile e stanno bene, ma… non ci sono scuole buone, nè ospedali organizzati, per cui la maggior parte emigra nelle grandi citta, andando poi a finire nelle baraccopoli (slums), dove sopravvivono facendo i lavori piu umili, come quello di passare tutto il giorno in mezzo a cumuli enormi di spazzatura, per raccogliere plastica, vetro, cartone, etc. e venderlo poi per poche rupie.

9)  Il turismo è una risorsa importante per l’economia locale?

Il turismo è una delle maggiori risorse di questa regione,molti italiani vengono qui per visitare il paesaggio e per imparare i massaggi ayurvedici, una tecnica millenaria indiana di stimolazione dei muscoli che non solo rilassa, ma cura anche certe malattie.

10)  Se noi fossimo nati da quelle parti, quale sarebbe potuta essere la nostra giornata tipica?

Ci si alza molto presto, alle 5 o al massimo alle 6, per godere del fresco del mattino… poi in spiaggia a trovare gli altri pescatori, e scrutare le onde dell’ oceano per vedere come spingere in acqua il wallam… sono spiagge bellissime, ma non per fare il bagno, perchè la risacca dell’ oceano tirerebbe dentro il bagnante… poi si spinge l’ imbarcazione, in 2 o in 5 pescatori;la barca per 2 persone si chiama “catamaran”, quella da 5 persone wallam… poi si dispongono le reti e si sta fuori tutto il giorno…il ritorno delle barche, la sera, con le loro lampare, viste dall’alto è spettacolare… inoltre sulla terra ferma, ogni campanile ha una grossa lampada che in pratica fa da faro ai pescatori…

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