Quando siamo stati Flaghéé150 – Gioventù Ribelle

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Quando siamo stati Flaghéé150-Gioventù Ribelle

Cercare di capire la storia è come smontare un pianoforte per vedere dov’è una Sonata di Beethoven… Sabato GIOVENTU’RIBELLE@www.blogscuoleasso.it/bloggiornalismo salirà sulla Flaghéé

Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma. Con questa convinzione bloggiornalismo.scuoleasso si appresta nuovamente a partire. È un viaggio nella STORIA, questa volta, in quella parte di programma che la classe III C della Scuola Media “G. Segantini” di Asso ha svolto entro lo scorso Natale, il Risorgimento. È un viaggio di oltre 250km, per 15-20 giorni di cammino,  che ci porterà sul tetto del Lario, sull’alto delle sue cime: Brunate, Bolletto, Bolettone, Palanzone, San Primo, Corni di Canzo, Moregallo, Monte San Martino, le due magnifiche Grigne, il Giumello ed il monte Muggio, il Legnoncino ed il Legnone, la cima più alta del lago, e poi attraverso Pian di Spagna verso la sponda occidentale e su per il Bregagno, il pizzo di Gino e di nuovo sul monte di Tremezzo, l’alpe di Colonno spingendosi verso Como passando dal Bisbino e dalla Spina Verde. (http://www.cima-asso.it/2011/04/flaghee150-le-montagne-e-lunita-ditalia/; http://www.cima-asso.it/2011/04/le-montagne-dei-flaghee/).

Non senza poca emozione abbiamo preparato i bagagli per il viaggio che www.cima-asso.it ci avrebbe aiutato a fare, perché sapevamo che questa era una delle ultime pagine che avremmo scritto insieme. È l’eterno ciclo delle cose e ci aiuta a capire più da vicino cos’è la STORIA, nella convinzione che è la narrazione della vicenda umana e non un’arida successione di date, di re che si susseguono ad altri re, di guerre. È la vicenda umana nel suo sviluppo. Uomini che hanno vissuto e hanno subito l’impatto della “grande storia” sulla loro vicenda particolare. Sono convinta che la storia è la grande sconosciuta della scuola italiana e in tale prospettiva ricordo un’intervista che ho fatto ormai molti anni fa allo storico Ettore A. Albertoni, ancora molto attuale (L’insegnamento della storia. Intervista a Ettore A. Albertoni http://www.laliberacompagnia.org/_files/qp/pdf/qp_36.pdf).

 Ci siamo quindi apprestati a  ripensare il Risorgimento a 150 dall’unità d’Italia attraverso GIOVENTU’ RIBELLE, un progetto che intende passare in rassegna la vita di un gruppo di persone, da Cesare Balbo a Goffredo Mameli, dalla contessa di Castiglione a Maria Sofia di Borbone, dai fratelli Cairoli a Carlo Cattaneo, che spese la propria esistenza nel tentativo di veder realizzato un ideale. Le azioni di questi Giovani Ribelli ci fanno intravedere un periodo storico, coincidente con il Risorgimento, carico di forti passioni, di appassionata ricerca, di inquietudini ed irrequietezza moderna. I loro pensieri riuscirono comunque, anche nel caso in cui le loro imprese furono destinate al fallimento, ad imprimere dei segni profondi nella vita del paese.

Abbiamo cercato dei punti di osservazione per guardare nella vita di 27 personaggi che hanno vissuto il periodo storico che ha portato all’unificazione nazionale. A ogni personaggio corrisponde un QUADROTTO, di tela di cotone bianco e di forma quadrata, pensato per contenere una frase di ciascun singolo protagonista del periodo che stiamo approfondendo, che si configurerà come un punto di accesso per conoscere la vita e il pensiero del personaggio. È un tentativo di conoscere i contesti, i pensatori che diedero un contributo alla società attraverso lo sviluppo del loro pensiero, per poi passare dal pensiero alle istituzioni. Di ogni personaggio è, inoltre, riportata la data di nascita e di morte per permettere di contestualizzare la sua età al momento dell’unificazione. Sulle vette, Davide Valsecchi e Lele posizioneranno i QUADROTTI, uno per cima, e ci terremo in contatto attraverso i nostri due blog, www.blogscuoleasso.it/bloggiornalismo e cima-asso.it.

Nella convinzione che non si tratta  di elencare date o luoghi di battaglia ma di sfrenare la fantasia, essere curiosi, chiedersi perché e trasmettere questo atteggiamento. Occorre stimolare il gusto per la ricerca dando metodo e  voglia di capire l’interdipendenza di presente e passato, con la presa di coscienza che il presente è frutto di una scelta e non è un dato necessario, con la consapevolezza e la responsabilità di essere partecipi di una società civile e politica, che va conosciuta nella sua storia e nei suoi molteplici aspetti e alla quale ognuno è chiamato a contribuire con il proprio apporto personale.

Ho avuto dei grandi maestri e a loro voglio restituire questo lavoro. Al professor Ettore A. Albertoni, già docente di Storia delle Dottrine politiche all’Università Statale di Milano; al professor Franco Della Peruta, con il quale ho sostenuto tre annualità di Storia del Risorgimento presso l’Università Statale di Milano; ai miei professori di Liceo Giancarlo Galli e Franco Bruno Vitolo; alle molteplici persone che ho incontrato che mi hanno trasmesso il senso del sapere storico.

Dedico questo lavoro ai miei alunni di III C che come sempre mettono energia e entusiasmo in tutte le cose che fanno, ai ragazzi del corso pomeridiano di giornalismo che hanno creduto nella creazione di www.blogscuoleasso.it/bloggiornalismo, ai genitori che ci seguiranno in questa avventura, a Davide Birillo Valsecchi che di gente come lui dovrebbe essercene ad ogni angolo del mondo.

Per la Storiografia sul Risorgimento si faccia riferimento a questa pertinente sintesi: http://web.mac.com/ams.to/ArgomentidiStoria/Risorgimento_-_stgf.html

In questa storia ci siamo trovati dentro. A dire il vero non ricordo neppure bene come sia iniziata. Certo è che da questa storia dovevamo probabilmente imparare qualcosa. Si impara dalle buone storie, si impara dalle storie cattive, ma dovrebbe far parte dell’essere umano non lasciare che le cose e i fatti scorrano invano. Per questo vorrei fare una spremuta, cercare di raccogliere in un bicchiere tutto il succo più buono di questi tredici giorni da Flaghéé. Certo, perché noi il viaggio l’abbiamo fatto, tutte le cime del Lario le abbiamo raggiunte, siamo stati una grande cordata.

Dai banchi, catapultati ciascuno su una cima. Niente male come inizio d’avventura. Proprio come quelle di Zagor, una sorta di giustiziere sempre pronto a schierarsi con i deboli e gli oppressi, o di Cico, il suo miglior amico e fedele compagno d’avventure. Però questa volta al loro posto c’eravamo noi. Mondi lontani e vicini allo stesso tempo. Rassicuranti – quasi riuscivamo a vederli dalle finestre delle nostre abitazioni – e poco conosciuti. Ora nostri.

 

–          Questo è il primo insegnamento del viaggio dei Flaghéé. “Siamo stati una grande squadra” ha scritto Davide e io credo nel lavoro di gruppo. Se si vuole raggiungere un obiettivo è necessario che ognuno faccia la sua parte, per il bene suo e degli altri.

 

Basta poco a creare legami. Davide aveva ben centrato la parola alla partenza del progetto (http://www.cima-asso.it/2011/05/flaghee-gioventu-ribelle/). Se si creano legami ci si addomestica un po’, si diventa più familiari. Creare legami è un fatto chimico, quando si sono creati non si ritorna più quelli di prima, si è altro. E creare legami è la cosa più bella che si possa fare. Vuol dire credere a qualcuno o a qualcosa, conoscerlo, proteggerlo. Un’infinità di fili ci hanno legato fra di noi, alle montagne, alla storia, ai blog, al territorio.

 

–      Questo è il secondo insegnamento. Bisogna affinare la capacità di creare legami sinceri, autentici, costruttivi.

 

Il viaggio ci ha portato in alto. Logico. Era un viaggio sulle cime del Lario, direte voi. Abbiamo guardato al nostro mondo dall’alto delle cime. Guardare dall’alto verso il basso non è come guardare dal basso verso l’alto. Non è che ci sia un modo di guardare più importante dell’altro, non c’è però un solo modo di guardare. A seconda di dove e come si guarda cambia il punto di vista, la prospettiva.

 

–      Questo è il terzo insegnamento. Cambiare la prospettiva, cambiare il nostro modo di guardare alle cose può cambiare la nostra vita. Esiste sempre un altro modo di guardare alle cose. Che ci rimanga il dubbio della prospettiva, almeno, della coscienza del punto di vista a cui guardiamo a quello che ci circonda.

 

Non abbiamo fatto grandi così. Quattro amici, un po’ di stracci che chiamavamo bandiere o pensieri dipinti, prati, sassi… terra, cielo e pioggia. Qualche raggio di sole. Poche cose semplici per farci aprire gli occhi su quello che ci sta intorno, che vediamo tutti i giorni ma che ormai erano invisibili ai nostri occhi.

 

–      Questo è il quarto insegnamento. Non servono soldi o ricchezze per fare grandi cose se si crede in qualcosa. “Le cose più belle le abbiamo fatte quando eravamo poveri” è una frase che mi ha detto un mio grande maestro, Bruno Munari, molti anni fa, mentre gli parlavo delle attività che stavo facendo alla Scuola Materna di Carcano. Capii subito cosa voleva dirmi. Bastava la forza che scaturiva dall’energia creativa che ognuno aveva dentro di sé per essere rivoluzionari. In quest’energia ci ho sempre creduto e quando la si impara a riconoscere è come l’aquila che per alzare il suo volo individua la giusta corrente ascensionale. Bisogna riconoscere i venti e inserirsi nella giusta direzione se si vuole volare.

 

Ci ha accompagnato la pioggia. E a parte Davide e Lele che più volte saranno finiti inzuppati, anche lei è stata una buona compagna. Amo la pioggia, lava il mondo,  lava via le memorie dai marciapiedi della vita avrebbe detto Woody Allen. E poi del resto, come dicono i vecchi, la pioggia fa crescere i pioppi.

 

Il viaggio ha incarnato lo spirito di bloggiornalismo e da qui ripartiamo. Non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Non potevamo fare niente di più bello. GRAZIE Davide! GRAZIE Lele! Ci avete dato il vostro tempo, la vostra passione, il vostro impegno. E tutto gratis. Come l’amore della mamma o del papà. La gratuità che è la sola moneta dell’arte. E noi per questo vi siamo riconoscenti.

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