L’Amazzonia in 10 domande. Intervista a Aldo Lo Curto, medico volontario itinerante

Raony Kayapo
1) Da Rio a Belem, da Belem ad Altamira, da Altamira agli otto villaggi Indios, lungo il fiume Xingu. Quanti chilometri di viaggio in tutto? Quanti giorni impieghi per arrivare nei villaggi?E’ un viaggio costoso e che comporta molti rischi e pericoli?

 

2) Hai detto che i villaggi nella foresta che ti aspettano sono otto. Ce ne sono solo otto, lungo il fiume Xingu, di villaggi? Quanti giorni ti fermi in ogni villaggio? Gli abitanti dei villaggi ti stanno aspettando? Perchè proprio queste otto tribù? Come hai fatto a sceglierle?

3) Quando sei nella foresta, dove dormi? Com’è la tua vita nel villaggio indios?

4) Gli Indios degli otto villaggi che ti aspettano si conoscono fra di loro? Sono tribù amiche?

5) Quali sono le malattie di cui soffrono di più gli Indios? A che cosa sono dovute? Che ruolo ha lo sciamano nella cura dei loro mali? Il loro sciamano come ti considera e ti accoglie?

6) Se noi fossimo Indios, quale sarebbe la nostra giornata tipica?

7) La vernice per il corpo come la producono? Quali sono i loro colori preferiti? I colori sono legati ai diversi momenti della loro vita sociale?

8) Tutte le tribù indios  hanno ‘dilatatori’ al labbro inferiore e all’orecchio? Che cosa rappresenta per loro questa forma di decorazione del corpo?

9) Qual è per un Indios la conoscenza del mondo esterno e lontano da lui?

10) Sono popolazioni che vivono in armonia con la natura? Quali sono i problemi a cui devono far fronte giornalmente?  Qual è la loro concezione della vita?

 

15 thoughts on “L’Amazzonia in 10 domande. Intervista a Aldo Lo Curto, medico volontario itinerante

  1. Pingback: I.C. "G. Segantini" Asso

  2. è bello e triste allo stesso modo. è la globalizzazione del mercato. e il mondo che ha plasmato è irriconoscibile rispetto a quando io avevo la vostra età, per esempio. allora non c’erano i cellulari né Internet nè i fast food, non vestivo Nike, non esisteva l’euro, non avrei scritto questo commento su un computer e metà del pianeta era governata da sistemi comunisti. La globalizzazione ha stravinto e stravolto tutto, siamo tutti figli della globalizzazione eppure la crisi, il terrorismo, i flussi migratori sono tutti figli della globalizzazione. il mondo è diventato un villaggio globale, con le tecnologie di comunicazione diventa più piccolo, i messaggi della pubblicità e del marketing raggiungono ogni angolo del pianeta, omogeneizzano le aspirazioni consumistiche, creano un mercato senza precedenti per prodotti standardizzati. Arcaismo e post-modernità possono convivere, ed ecco che un indigeno che pensiamo felice nella sua sperduta tribù in mezzo alla foresta amazzonica può avere in mano una lattina di coca-cola.ricordo le riprese televisive sulle stragi della guerra civile nel Biafra, con i guerriglieri che bevevano Coca-Cola. è l’impresa globale capace di imporre gli stessi consumi nel mondo intero, realizzando così immense economie di scala e maggiori profitti. il trionfo politico della globalizzazione giunse con la caduta del muro di Berlino, la fine dell’Unione Sovietica, la liberazione dell’Europa dell’Est, il crollo dell’unico sistema ideologicamente antagonista: nel 1990, McDonald ha inaugurato il suo primo fast-food sulla Piazza Rossa di Mosca. negli anni Novanta un’altra rivoluzione, di natura tecnologica, ha esaltato le potenzialità della globalizzazione: la popolarizzazione del personal computer, la nascita del telefonino, infine l’avvento di Internet, hanno reso ancora più rapide ed economiche le comunicazioni globali. Le distanze sono state cancellate, i colossi informatici della Silicon Valley hanno adottato la città di Bangalore in India come una periferia della California, dove concentrare design e produzione di software a basso costo. I marchi Microsoft e Nike sono diventati i nuovi simboli di quest’era che ha il suo centro imperiale negli Stati Uniti e le sue nuove basi produttive in Asia.
    sono solo pensieri. che Capo Raoni beva da una lattina di Coca Cola è bello e triste allo stesso modo.
    🙂

  3. La Prof caminada ha ragione una volta nel comunismo tutti si rispettavano e si aiutavano a viccenda…adesso con la globalizzazione tutto e cambiato e il rispetto e l’aiuto di una volta sono quasi scomparsi sopratutto con la technologia che ha cambiato le cose!!!!!!!

  4. noi siamo molto contenti che il dottor lo curto abbia risposto alle nostre domande perchè in questo modo siamo riusciti a capire che gli indigeni della foresta amazzonica stanno vivendo, secondo noi, una situazione veramente drammmatica. Infatti il governo brasiliano ha deciso di cominciare la totale deforestazione per costruire una diga. Benchè essa sarebbe un’ opera importante per tutto il Paese perchè garantirebbe l’energia in molte case distruggerebbe, però,l’habitat agli indigeni. Ovviamente noi siamo contrari alla realizzazione della diga, perchè se questo dovesse accadere, il “polmone della Terra” svavirebbe con l’intera umanità. Speriamo che tutto si risolva nel miglior modo possibile e che il dottor lo curto stia bene.

  5. Menomale che hanno qualcosa da bere grazie al Dottor Lo Curto sono riusciti a sopravvivere !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! <3 <3 <3 🙂

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