GEOGRAFIA DELLE CITTA’. Quest’anno noi di 3° D andremo al Quartiere Cinese di Milano.

Una giornata da reporter per catturare un quartiere “in trasformazione”e ala sua quotidianità. Il “Quartiere Cinese” si identifica con via Paolo Sarpi, fino a vent’anni fa  un luogo simbolo della milanesità, con i suoi negozi e bar rappresentativi della tradizione.
Oggi sembra una delle tante strade che si trovano in una qualsiasi grande città ed è occupata quasi totalmente da immigrati cinesi. Il “Quartiere Cinese” di Milano in passato era noto come il Borgo degli ortolani. È compreso tra via Canonica e via Paolo Sarpi, ai confini con il centro storico. Una piccola via del centro cittadino, che a primo impatto non assomiglia a nessuna delle più folcloristiche Chinatown in giro per il mondo. La peculiarità del quartiere è la prevalenza di residenti italiani per il 95%, contro oltre 500 attività commerciali cinesi all’ingrosso che servono gli ambulanti provenienti da tutta Italia, formando così un’area particolare che, secondo alcuni, sarebbe addirittura sbagliato definire “Chinatown”. Questo sviluppo ha provocato anche problemi organizzativi: la struttura urbanistica del quartiere è infatti incompatibile con le necessità logistiche dei grossisti che assediano la zona da carrelli e furgoni che la rendevano sempre meno praticabile per i residenti.

Qual è la storia di questo quartiere?
1920: in questi anni ha avuto inizio una massiccia immigrazione dalla regione dello Zhejiang a Milano, in una zona che, per il suo particolare tessuto urbanistico, favoriva la concentrazione di laboratori nei cortili con le abitazioni adiacenti.

fascismo: il quartiere era chiamato “quartier generale dei cinesi”. Le prime attività, localizzate attorno a via Canonica furono legate alla lavorazione della seta, specialmente per la produzione di cravatte, favorita dalla vicinanza con gli impianti industriali del comasco.

seconda guerra mondiale: la lavorazione venne convertita in quella della pelle, al fine di fornire cinture militari ai contingenti italiani e tedeschi. Il commercio all’ingrosso è sostanzialmente monotematico, prevalentemente concentrato sull’abbigliamento e la pelletteria.

Gli anni recenti

fine degli Anni ’90: boom delle agenzie immobiliari unito a quello dei telefonini e dell’hi-tech in genere.

primi anni del 2000: comparsa di agenzie viaggi e internet point.

dal 2000: ha inizio la trasformazione radicale del quartiere, col massiccio ingresso di nuove attività gestite da cinesi, prevalentemente focalizzate sul commercio all’ingrosso, che si sono progressivamente insediate al posto dei dettaglianti italiani, grazie al pagamento di buonuscite molto elevate per subentrare nei loro locali, espandendosi lungo via Paolo Sarpi e nelle strade adiacenti del quartiere Canonica-Sarpi-Bramante.

Interventi del Comune di Milano
Le contraddittorie caratteristiche della presenza cinese nel quartiere Canonica-Sarpi di Milano hanno comportato la decisione comunale di operare per la delocalizzazione dei grossisti, creando una frizione tra l’amministrazione comunale e la comunità cinese, e tra questa e i residenti nel quartiere, che è sconosciuta nelle varie Chinatown disseminate nel mondo, che infatti sono molto diverse (essendo caratterizzate da massiccia residenza di cinesi e prevalenza del commercio al dettaglio).
Il 25 novembre 2000 si ebbe una prima manifestazione di protesta nella zona ad opera del Comitato ViviSarpi. Diversamente da quanto spesso riferito, essa non era assolutamente in opposizione alla presenza cinese, bensì contro il degrado comportato dall’aumento del commercio all’ingrosso, con conseguente eradicazione del commercio di prossimità. Le proteste del comitato, ripetute nel tempo, ottennero che il Comune stabilisse nell’area una regolamentazione dell’orario in cui è permesso il carico e scarico delle merci nei magazzini e nei negozi, volto nella pratica a regolamentare le attività gestite dalla comunità del quartiere, sia essa italiana o cinese.
Il 12 aprile 2007 ebbe luogo una breve rivolta in strada della comunità cinese, con cariche della polizia e l’intervento del console cinese a Milano.
Alla fine del 2008 il Comune ha reso via Paolo Sarpi area ZTL (Zona a Traffico Limitato).

Nel 2011 il Comune ha pedonalizzato la stessa via, rendendola una lunga passeggiata lastricata che congiunge Porta Volta con Corso Sempione. L’auspicio dell’amministrazione era che questi interventi favorissero lo spostamento delle attività di commercio all’ingrosso altrove, rivitalizzassero il commercio al dettaglio e orientassero il quartiere verso una effettiva multietnicità, valorizzandone nel contempo la storia e le tradizioni.
In realtà via Sarpi è senz’altro migliorata, ma le circostanti strette vie del quartiere hanno subito il contraccolpo del carico di traffico dei grossisti non più possibile in via Sarpi, riversatosi nei dintorni dove le norme sugli orari di carico e scarico e sulla circolazione sono ormai costantemente violate senza alcuna efficiente attività di controllo e sanzione da parte del Comune.
Sembra in tal modo vanificarsi uno degli obiettivi della pedonalizzazione, perché la possibilità di non rispettare le regole senza subire controlli e sanzioni induce i grossisti a mantenere il loro insediamento nel quartiere, che offre oggi, nei dintorni della pedonalizzata via Sarpi, uno scenario di sporcizia e disordine laddove rimane il commercio all’ingrosso.
Caratteristiche del quartiere
Il fatto che la maggior parte dei cinesi che lavorano in Canonica-Sarpi non vi abitino, congiuntamente alla massiccia presenza dei grossisti, impedisce di considerare il quartiere alla stregua di una Chinatown classica, anche se non mancano iniziative per tenere vive tradizioni e proposte culturali cinesi.

Particolarmente suggestiva è la ricorrenza del capodanno cinese quando una coppia di draghi sfila per la via principale del quartiere (via Paolo Sarpi) addobbata per l’occasione. Il corteo si snoda da piazza Gramsci all’estremità occidentale del quartiere, preceduto da danze e rulli di tamburi, e attira una folla di curiosi da ogni parte della città.

Recentemente, inoltre, è stato promosso, sempre in Piazza Gramsci, il China Film Festival, breve rassegna all’aperto di film in lingua cinese sottotitolati in italiano.
Nel quartiere si trovano i migliori ristoranti cinesi della città, che offrono soprattutto l’autentica cucina cinese dello Zhejiang. In questi ultimi anni, anche per le recensioni delle più recenti guide turistiche, sta crescendo un sempre più forte interesse turistico, legato soprattutto alla possibilità di uno shopping di tipo diverso.
Il quartiere ospita inoltre le redazioni di numerosi giornali in lingua cinese, i quali vengono stampati nella periferia della città e distribuiti in tutta Italia. Uno dei più importanti è lo Europe China News.

 

 

(rielaborazione da wiki)

 

0 thoughts on “GEOGRAFIA DELLE CITTA’. Quest’anno noi di 3° D andremo al Quartiere Cinese di Milano.

  1. A mio pararere i cinesi non sono tipi da offendere e ricacciarli indietro, ovviamente si sta trasformando Milano con loro … questo è un punto a sfavore. io non dò pareri positivi o negativi, so solo che Milano pian piano diventerà un po’ cinese

  2. fra ha ragione, stiamo parlando di centri apple, samsung, treni galleggianti, gabinetti futuristici, insomma chi nn si troverebbe bene?

  3. di solito è:
    italia= italiani
    francia= francesi…
    e non
    italia= cinesi
    francia= australiani (esempio)
    che stiano in china!!!

  4. comunque simo si, meglio che restino là …ma come hai detto tu è tutto un po’ futuristico. certi non si possono permettere una vita là e vengono qui da noi … magari non ce la fanno e vivono in povertà io non voglio la “grande milano cinese”… ma non siate “razzisti” nei loro confronti c’è chi a milano ci vive e guadagna da persona onesta

  5. allora mi fate salire il nervoso ci ruberanno il lavoro dio poi simo ascolta dio portano la tecnologia in italia e sn più onesti di noi vedi se usi la logica …é___é comunque questo è il MIO parere simo nulla di giusto per te e per ylenia…

  6. ma se inventano tanta tecnologia è inutile che vengano nel nostro paese; possono restare in china a venderli

  7. io do ragione a YLENIA ovvero:
    ITALIA=ITALIANI
    FRANCIA=FRANCESI
    e NON:
    ITALIA=CINESI
    FRANCIA=AUSTRALIA

    YLENIA HA RAGIONE!!!!!!!!

  8. intanto yle scusa ma la tecnologia è partita da loro -.- l’italia compra da loro e te con il tuo iphone cosa vuoi dire? un mondo senza quello che mondo è ? un mondo senza cinesi= tecnologia tu saresti gia morta

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