Ciao Monica, ti scrivo questa lettera per raccontarti del mio viaggio nel campo di concentramento di Dachau.

Ciao Monica

Tutto bene? Come va la scuola?

So che a te piace molto la Germania e tutte le vicende storiche che hanno coinvolto questo paese.

Ti scrivo questa lettera per raccontarti del mio viaggio fatto quest’estate proprio in Germania, nel campo di concentramento di Dachau, un campo di sterminio nazista.

All’ingresso ci hanno consegnato un audio guida che spiegava meglio tutte le caratteristiche del campo, a partire dal cancello d’ entrata dove c’è scritto “Arbeit match frei” che in italiano significa il “Il lavoro rende liberi”. Sorpassato il cancello mi sono ritrovata in un enorme piazzale sterrato, senza nemmeno una pianta: mi sembrava di essere un’ ebrea deportata in quel campo.

Quasi al centro del piazzale c’è un monumento che raffigura delle persone “rachitiche” intrecciate nel filo spinato, l’ha costruito un ebreo deportato in quel campo e sopravvissuto allo sterminio. Al di sotto si può  trovare un altro piccolo monumento che raffigura la stella di David e tanti triangolini colorati in ricordo di quelli con i quali venivano classificati gli Internati. Ogni colore rappresentava i diversi tipi di Deportati, ad esempio il rosa  per gli omosessuali, il verde per le persone con handicap e l’ azzurro per i bambini. Puoi vedere le foto che ho scattato e che t’invio.

Dietro a questi monumenti ci sono gli alloggi dei soldati e lì è stato allestito un Museo mentre dietro di essi si trovano i Bunker, delle prigioni di isolamento dove gli Ebrei venivano rinchiusi: le celle erano lunghe poco più di ottanta centimetri. Ci hanno fatto entrare nelle baracche e in quel momento ho capito che vivevano in  pessime condizioni. Dietro alle baracche abbiamo visto una cappella moderna e a fianco una campana che ogni giorno suona i rintocchi alle tre del pomeriggio.

Poi ci siamo diretti verso i crematori, oppure chiamati stanza ” X”, da cui nessuno faceva più ritorno. Questa “casetta” era formata da tre stanze. La prima è quella dove i generali avvisavano gli internati che avrebbero fatto una “doccia” e dove si spogliavano. La seconda invece è la Camera a Gas dove sono morte milioni di persone e infine i forni crematori, nei quali gli Ebrei venivano messi su una barella poi inserita nel forno per farli bruciare.

Ho voluto scriverti questa lettera perché è stata un’esperienza molto significativa della mia vita che, cara amica, non voglio dimenticare.

Ho capito l’ errore fatto dai soldati tedeschi e desidero che sia ricordato ciò che è accaduto perché il fortissimo dolore provata da quelle persone non sia mai DIMENTICATO e RIPETUTO.

Un abbraccio, Margherita

 

 

4 thoughts on “Ciao Monica, ti scrivo questa lettera per raccontarti del mio viaggio nel campo di concentramento di Dachau.

  1. per gli ebrei credo sia stata una esperienza orribile morire in quel modo…speriamo che queste orrende vicende non succedano mai più!!!!

  2. va be se dobbiamo stare a quello che hanno subito io morirei subito……. comunque ha ragione noemi……… pensare quello che hanno subito è mostruoso

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *