Oggi la nostra giornata è iniziata a Calcutta.Calcutta è un calderone umano, una delle città più popolate del mondo. Non è facile essere poveri a Calcutta. A dire il vero forse è più facile essere poveri a Calcutta che in una delle nostre città occidentali, ma la vita per un povero è veramente dura. Per un po’ di ore abbiamo voluto metterci nei panni degli altri e ci siamo improvvisati “poveri” che dovevano portare a casa il cibo per sè e per la famiglia. Ci siamo improvvisati fabbricanti di sacchetti di carta.

Nelle famiglie che vivono sui marciapiedi, perchè non possono permettersi di pagare l’affitto di una stanza, i bambini devono trovare o inventarsi un lavoro per sopravvivere e fabbricare sacchetti di carta è uno di questi. Io e il mio gruppo abbiamo vissuto per un giorno nel “bustees” di Calcutta. I “bustees” sono abitazioni a basso prezzo, malsane e terribilmente affollate. Non abbiamo un lavoro stabile e non c’è alcuna previdenza sociale, ma ci guadagnamo da vivere facendo sacchetti con pezzi di carta, che poi vendiamo ai bottegai. Tuttavia molte altre famiglie vivono sul commercio dei sacchetti e la concorrenza è feroce.

I sacchetti si costruiscono piegando e incollando un foglio di carta. Essi ci sono pagati 10 “paisa” per sacchetto: dobbiamo quindi costruire 10 sacchetti per guadagnare una rupia. I sacchetti difettosi sono rifiutati dal bottegaio.

Il gioco all’inizio è duratro 30′. Quando il tempo è trascorso, abbiamo pensato a che cosa potevamo comperare dal bottegaio in cambio dei sacchetti che abbiamo prodotto.
Quindi abbiamo usato la tabella dei prezzi per valutare se, lavorando a questa velocità, potevamo guadagnare abbastanza per  soddisfare i bisogni giornalieri, settimanali, mensili. A grandi linee, un adulto a Calcutta deve ogni giorno comprare: 1/2 kg di riso 1.00; 1/2 kg di vegetali 1.50; olio per friggere 1.00 per un totale di 3.50 rupie.
Questo dovrebbe essere sufficiente per due pasti.

Ma c’è bisogno di denaro anche per l’affitto (1.50/al giorno) e forse per uno o due extra: una tazza di te (50 paisa) o qualche frutto (1.00). Così al consumo giornaliero di base devono essere aggiunte dalle 6 alle 7 rupie. Questo è solo il minimo per sopravvivere. Ci sono poi molte altre possibili spese ugualmente significative per una famiglia:
– una nuova camicia o un paio di scarpe; – medicine; – un biglietto ferroviario per visitare i parenti; – un orologio; – un’offerta al tempio; – soldi per la scuola o il college dei figli; – regali a genitori e parenti; – una bicicletta; – la dote per le figlie; – spese per il matrimonio.

Quante ore dovrebbero lavorare i giocatori per permettersi questi extra?

Presa carta e colla, ci siamo divisi in quattro gruppi e abbiamo costruito sacchetti di carta per rivenderli ai commercianti della città. Il lavoro è stato continuo e proficuo e alla fine avevamo i soldi per i miseri pasti giornalieri (almeno un pugno di riso e una tazza di tè potevamo comprarceli).

Ma i problemi sono venuti dopo. Quando sopperito all’esigenza primaria di mangiare qualcosa dovevamo affrontare altre  problematiche della famiglia. La figlia maggiore si sposa e dobbiamo pensare alla dote? Il nonno è ammalato e ha bisogno di medicine?  Il monsone ha danneggiato il tetto dell’abitazione e dobbiamo comperare della lamiera per ripararlo? Se già guadagnare per mangiare non è stata una cosa semplice, le cose si sono poi complicate notevolmente. Oltre a mangiare poco, non potevamo proprio permetterci di fare altri acquisti.

Con questo gioco abbiamo riflettuto sul lavoro minorile. A Calcutta molti bambini si svegliano alle quattro di mattina, prendono una lanterna e vanno a cercare materiale da raccogliere nella discarica per poi provvedere alla sua trasformazione divenendo fabbricanti di sacchetti di carta. E’ giusto che al mondo la maggior parte dei bambini viva nelle condizioni disumane che abbiamo conosciuto a Calcutta?

15 thoughts on “Oggi la nostra giornata è iniziata a Calcutta.Calcutta è un calderone umano, una delle città più popolate del mondo. Non è facile essere poveri a Calcutta. A dire il vero forse è più facile essere poveri a Calcutta che in una delle nostre città occidentali, ma la vita per un povero è veramente dura. Per un po’ di ore abbiamo voluto metterci nei panni degli altri e ci siamo improvvisati “poveri” che dovevano portare a casa il cibo per sè e per la famiglia. Ci siamo improvvisati fabbricanti di sacchetti di carta.

  1. è stato molto bello questo progetto…ho capito che nei paesi + poveri si fa fatica a comprare cibo,e il poco che hanno devono faticare per comprarlo!
    è stato un po’ faticoso fare i sacchetti… io in 30 minuti ero gia stanca xò pensate a quei poveri bambini che devono lavorare x un po’ di cibo… e noi lo buttiamo in pattumiera…

  2. Trovo che con questa esperienza ci siamo tutti resi conto di quanto siamo fortunati ripetto a molti nostri coetanei che vivono in altre parti del mondo.
    E’ stato bello poter vedere la situazione della gente in alcune zone della terra perchè ci aiuterà molto a sensibilizzarci e, spero, a farci pensare due volte prima di lamentarci o a non buttare tutto ciò che non ci serve più perchè, come abbiamo visto, con dei fogli di giornale molti bambini si guadagnano da vivere…

  3. Con questo laboratorio, pur giocando abbiamo capito la poverta e la brutta vita ke si fa in quella popolazione. É stata una bellissima esperienza e speriamo ke se ne faccino altre simili..
    Manu e Georgia

  4. Il primo impatto con la realtà di una città come Calcutta può essere devastante. Non solo per i polmoni, per gli anticorpi o per l’udito.
    E’ soprattutto l’aspetto umano a risultare scioccante. Quel brulichio incredibile di persone, e ancor più lo stato in cui molti di loro vivono la loro vita.

    Di colpo lì hai la percezione che il mondo è molto più grande e molto più difficile di ogni formula e schema che hai nella mente. Milioni di persone che ogni giorno non hanno lavoro né casa, tanti che dormono lungo le strade, o in incredibili tuguri, con condizioni igieniche impressionanti, sulle discariche, sulle fogne a cielo aperto.

    E capisci subito che non basteranno una, mille, un milione di rupie per dare una vita più umana ai bambini che ti tendono la mano, alle donne che chiedono l’elemosina, agli uomini che vivono senza tetto lungo la strada e che ti guardano accostando la mano alla bocca per chiedere qualcosa da mangiare.

    E il primo sentimento è dunque quello dell’impotenza. Come se non vi fossero strumenti per dare risposte concrete ed efficaci, di nessun genere.

    Ma poi c’è un impatto maggiore, e ancor più lancinante, quello con la sofferenza fisica e mentale, che a Calcutta è esibita sulle strade per mendicare.

    Così le domande si affollano e per fortuna ci aiutano a capire che, alla fine, solo l’amore dà senso alla vita. Nel servizio disinteressato al prossimo – bambino o moribondo, malato o disabile – c’è la chiave per una vita diversa e più umana, l’antidoto alla sclerosi dell’egoismo e dell’individualismo. Una lezione salutare, quella di Calcutta. Che dovremmo fare più spesso.

  5. A me questo progetto è piaciuto molto!!! Però fare i sacchetti non è stato facile!!! Ma mi è piaciuto farli!!
    Mentre li facevo pensavo a quei poveri bambini che devono passare ore e ore a farli per guadagnarsi un po’ di cibo!!
    Questo progetto mi e piaciuto veramente, Prof. e spero che faremo altri laboratori interessanti come questo!!

  6. A me questo laboratorio è piaciuto molto! Per noi ragazzi è stato un gioco divertente ma per i ragazzi di Calcutta è un modo per guadagnarsi da vivere. Io mi sono immedesimato in loro e ho capito quanto in alcune zone del mondo i bambini sono sfortunati e sfruttati;mentre noi senza rendercene conto siamo più fortunati perchè abbiamo più opportunità.
    Spero di poter partecipare ad altri laboratori interessanti come questo!!

  7. Questo laboratorio è stato bellissimo perchè ci ha fatto capire, sotto forma di gioco, come dei bambini della nostra età passano molte ore a lavorare per guadagnarsi un pò di soldi per la loro famiglia e per sopravvivere. Pensate che il mio gruppo in 30 minuti ha fatto 21 sacchetti e abbiamo guadagnato soldi abbastanza per un pugno di riso…

    Erik e Massimo

  8. è stato difficile capire come si facevano i sacchetti…alla fine ce l’ho fatta e sono andata come un razzo…anke se la mia velocità o quella degli altri componenti del gruppo nn è servita a tanto…cioè si, è servita ma comunque il guadagno è troppo inferiore al costo delle cose e al tanto lavoro che serve per guadagnare qualcosa. e pensare ke dei ragazzi come noi se nn più piccoli sn già a lavorare,anke in questo momento sn là, su mucchi di sporcizia,vetri rotti e sostanze nocive,quella è la loro casa…la discarica.
    mentre io faccio queste considerazioni,mi immagino bambini ke frugano nell’immondizia x cercare una qualsiasi cosa da poter riutilizzare o rivendere per pokissimi spiccioli.
    solo dopo questi pensieri ho capito il valore di tutte le cose ke ho, e ho capito in oltre ke nn dovremmo lamentarci tanto per la scuola xkè lì ci sono bambini ke vorrebbero essere al nostro posto. ripeto, siamo fortunati ad essere nati in questo lato del mondo ma dobbiamo ricordarci ke c’è anke il lato opposto e dovremmo aiutarlo; in qualsiasi modo possibile.

  9. questa esperienza è stata molto bella, costruire i sacchetti di carta è stato difficile anche se alla fine ce l’ho fatta. questa esperienza mi ha fatto capire come vivono i bambini e gli adulti nei paesi più poveri,ho capito che nn bisogna sprecare le cose perchè in altri parti del mondo mancano e noi simo molto fortunati. farò di tutto per aiutare quelle persone

  10. secondo noi questo laboratorio ci è servito molto a riflettere sul fatto che noi siamo dei ragazzi molto fortunati con una casa e una famiglia. inoltre abbiamo creato dei sacchetti di carta di giornale molto belli ,proprio come fanno i bambini poveri per guadagnarsi qualche centesimo al giorno. ringraziamo ancora Mariella Russo per averci fatto fare questo bellissimo laboratorio

  11. mi è piaciuto molto questo laboratorio e ho capito che nei paesi più poveri non è facile guadagnarsi da mangiare . questo gioco dei sacchetti di carta mi è piaciuto e mi ha fatto anche riflettere. spero che facciamo altri laboratori simili e così interessanti!!!!!!

  12. Aiutare le famiglie povere che rimangono per strada perchè non possono pagare l’affitto e una cosa veramente bellissima soppratutto con questa idea di costruire sachetti di carta per poi venderli e ricavare qualche soldo e un grande vantaggio e credo, che tutti dovrebbero prendere come esempio da voi e da loro.

  13. secondo me bisogna abolire presto possibile il lavoro minorile perchè la maggior parte delle volte i bambini,anche i più piccoli, vengono sfruttati e maltrattati e questo è ingiusto.

  14. Non sono d’accordo con il lavoro minorile che è praticato in alcune parti del mondo. Non lo trovo giusto non solo perchè non è quello che dei bambini o ragazzi dovrebbero e vorrebbero fare ma anche perchè nel paese in cui sono costretti a lavorare e a soffrire ci sono molti adulti che passano le giornate godendosi una bella vita e ridendo e maltrattando tutti quei poverni. È semplicemente ingiusto eppure c’è qualcuno che ancora non lo ha capito…. perchè?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *